Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)
Profilo Biografico
Opere, pensiero, dottrina di S. Teresa Benedetta della Croce
Bibliografia
Scritti filosofici e teologici
Traduzione delle Quaestiones disputatae de veritate di San Tommaso d’Aquino.
Traduzione del “De ente et essentia” di San Tommaso d’Aquino.
Traduzione delle Lettere e dei Diari di Newman.
Studio su “La fenomenologia di Husserl e la filosofia di San Tommaso”.
Sull’essenza del movimento.
Contributi per la fondazione filosofica della psicologia e delle scienze dello spirito.
Una ricerca sullo stato.
Intelletto e intellettuali.
La fenomenologia come visione del mondo.
La donna e il suo compito secondo natura e grazia.
Il Mistero del Natale. Incarnazione e umanità.
La preghiera della Chiesa.
Le vie della conoscenza di Dio.
Risposta al prelato Schwind.
La vocazione della donna.
La struttura ontica della persona.
Natura e soprannatura nel Faust di Goethe.
Il castello dell’anima.
Che cos’è la fenomenologia.
Il significato della fenomenologia come visione del mondo.
La fenomenologia trascendentale di Husserl.
Edmund Husserl, la crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale.
Scritti concernenti il problema dell’educazione
Educazione eucaristica.
Una maestra dell’educazione e della formazione: la Santa Madre Teresa.
Formazione femminile e i lavori femminili.
Momento critico e formazione.
Sull’idea di formazione.
Verità e chiarezza nell’insegnamento e nell’educazione.
I tipi di psicologia e il loro significato per la pedagogia.
Fondamenti teorici di una educazione sociale costruttiva.
Lottare per la salvaguardia, nell’insegnamento, dell’elemento confessionale cattolico.
Il contributo reso dagli istituti per l’istruzione di tipo monastico alla formazione religiosa della gioventù.
Insegnanti di formazione universitaria e insegnanti di formazione magistrale.
Dell’arte materna di educare.
Formare la gioventù alla luce della fede cattolica.
Riprende Atto e Potenza che diviene: Essere finito ed Essere eterno.
La filosofia esistenziale di Martin Heidegger.
Scientia Crucis.
Scritti di carattere liturgico e spirituale
Il matrimonio dell’Agnello.
Triduo della Santa Eucaristia in collaborazione con padre Keller.
Appunti: Triduo di Pentecoste in collaborazione con padre Stocks.
Esercizi di padre Hirschmann.
Messa e Ufficio per la Beata Vergine Maria Regina della pace.
Ore minori dell’ufficio della Madonna, Regina della pace.
Inno in onore dell’Immacolata Concezione.
Canto festivo per il noviziato.
Discorso alla festa dell’esaltazione della Croce del 1939.
Discorso per la professione di suor Miryam.
Sancta discretio e direzione spirituale.
Scritti di carattere storico – biografico
L’autobiografia.
Una donna tedesca, una grande carmelitana: Madre Franziska dei Meriti di Gesù Cristo, OCD.
Giovanni di San Sansone.
Contributi per la cronaca dell’Ordine di Colonia.
Ritratto di suor Maria Erzberger.
Ritratto di suor Agnese Perciosa.
Ritratto di suor Maria Amata di Gesù: un’anfora eletta della Grazia divina.
Cronogramma del terzo centenario del Carmelo di Colonia.
Saluto pasquale per madre A. Hessler.
La Beata Maria Acarie e il Carmelo teresiano.
Elisabetta di Turingia.
Teresa d’Avila.
Scritti poetici
Rappresentazione per il sessantesimo anniversario dell’ordine.
Rappresentazione per le orsoline.
Te Deum: rappresentazione per l’onomastico della priora.
Rappresentazione: Dialogo Notturno.
Rappresentazione: San Michele.
Canto per San Giuseppe.
Santa Notte: poesia per il battesimo di Rosa Stein.
Iuxta Crucem: poesia sul Venerdì Santo.
Rimango con voi (probabile commiato dal Carmelo di Colonia).
San Giuseppe aiutaci.
Poesia per l’onomastico di madre Ottilia.
Poesia per la Prima Comunione.
A Dio Padre.
Sentenze giugno 1940.
Poesia per la Trasverberazione della Santa Madre Teresa di Gesù.
Pax Vobis.
Poesia per la professione di Rosa Stein, terzo ordine del Carmelo.
Al timone.
Poesia per la professione del Vescovo Lemmens von Roeimond, terzo ordine.
Sette raggi, novena di Pentecoste.
O Grande Madre.
Poesia olandese.
Sul prato del bosco.
Notte di Natale.
Traduzioni
Il cosiddetto problema ebreo traduzione dell’opera di padre Closen.
Traduzione di “Le cinque feste della giovinezza di Gesù” di San Bonaventura.
Traduzione del Cerimoniale della solennità per il giubileo d’oro.
Traduzione dell’inno della vigilia della Festa dell’Immacolata Concezione.
Traduzione dell’inno natalizio di Prudentius.
Traduzione dell’inno Jesu dulcis memoria.
Traduzione dell’inno per la Festa dell’Annunciazione.
Traduzione dell’inno in onore a Santa Agnese.
Traduzione dell’inno del Mattutino di Quaresima.
Traduzione dell’inno dei Vespri della Settimana Santa.
Traduzione dell’inno del Mattutino di Pentecoste.
Traduzione dell’inno Veni Creator Spiritus.
Traduzione dell’inno delle Lodi di Pentecoste.
Traduzione della sequenza pentecostale Veni Sancte Spiritus.
Traduzione della sequenza Lauda Sion.
Traduzione dell’inno Sacri Solemnis.
Traduzione dell’inno Verbum supernum prodiens.
Traduzione dell’inno Pange Lingua.
Traduzione dell’inno Adoro Te Devote.
Traduzione dell’ufficio festivo della Trasverberazione della Santa Madre Teresa di Gesù.
Traduzione dell’inno per la festa della corona di Spine.
Traduzione dell’inno delle Lodi di Avvento.
Traduzione dell’inno della Festa della Madre di Dio: Odierna lux diei.
Libera composizione poetica del Salmo 44.
Libera composizione poetica del Salmo 60.
Libera composizione poetica del Salmo 45.
Libera composizione poetica del Salmo 46.
La carmelitana (trad. dal francese).
Grandmaison: Sub tutela matris (traduzione).
Antologia Testi
Dagli scritti di Edith Stein
“Ciò che non era nei miei piani era nei piani di Dio. In me prende vita la profonda convinzione che – visto dal lato di Dio – non esiste il caso; tutta la mia vita, fino ai minimi particolari, è già tracciata nei piani della provvidenza divina e davanti agli occhi assolutamente veggenti di Dio presenta una correlazione perfettamente compiuta”.
“Il mio anelito per la verità era un’unica preghiera”.
“Durante il periodo immediatamente prima e anche per molto tempo dopo la mia conversione… credevo che condurre una vita religiosa significasse rinunciare a tutte le cose terrene e vivere solo nel pensiero di Dio. Gradualmente però mi sono resa conto che questo mondo richiede ben altro da noi… io credo persino: più uno si sente attirato da Dio e più deve “uscire da se stesso”, nel senso di rivolgersi al mondo per portare ivi una divina ragione di vivere”.
“Chi viene da me desidero condurlo a Lui”.
“Non l’attività umana ci può aiutare ma solamente la passione di Cristo. Il mio desiderio è quello di parteciparvi”.
“Sotto la Croce capii il destino del popolo di Dio che allora (1933) cominciava ad annunciarsi. Pensavo che capissero che si trattava della Croce di Cristo, che dovevano accettarla a nome di tutti gli altri. Certo, oggi comprendo di più su queste cose, che cosa significa essere sposa del Signore sotto il segno della Croce. Certo, non sarà mai possibile di comprendere tutto questo, poiché è un segreto”.
“Devo continuamente pensare alla regina Ester che venne sottratta al suo popolo per renderne conto davanti al re. Io sono una piccola e debole Ester ma il Re che mi ha eletto è infinitamente grande e misericordioso. Questa è una grande consolazione” (31-10-1938).
Il 9 giugno 1939 nel suo testamento: “Già ora accetto con gioia, in completa sottomissione e secondo la Sua santissima volontà, la morte che Iddio mi ha destinato. Io prego il Signore che accetti la mia vita e la mia morte… in modo che il Signore venga riconosciuto dai Suoi e che il Suo regno venga in tutta la sua magnificenza per la salvezza della Germania e la pace del mondo…”.
“Ave Crux, Spes unica”
“Ti salutiamo, Croce santa, nostra unica speranza!” Così la Chiesa ci fa dire nel tempo di passione dedicato alla contemplazione delle amare sofferenze di Nostro Signore Gesù Cristo.
Il mondo è in fiamme: la lotta tra Cristo e anticristo si è accanita apertamente, perciò se ti decidi per Cristo può esserti chiesto anche il sacrificio della vita.
Contempla il Signore che pende davanti a te sul legno, perché è stato obbediente fino alla morte di Croce. Egli venne nel mondo non per fare la sua volontà, ma quella del Padre. Se vuoi essere la sposa del Crocifisso devi rinunciare totalmente alla tua volontà e non avere altra aspirazione che quella di adempiere la volontà di Dio.
Di fronte a te il Redentore pende dalla Croce spogliato e nudo, perché ha scelto la povertà. Chi vuole seguirlo deve rinunciare ad ogni possesso terreno. Stai davanti al Signore che pende dalla Croce con il cuore squarciato: Egli ha versato il sangue del suo Cuore per guadagnare il tuo cuore. Per poterlo seguire in santa castità, il tuo cuore deve essere libero da ogni aspirazione terrena; Gesù Crocifisso deve essere l’oggetto di ogni tua brama, di ogni tuo desiderio, di ogni tuo pensiero.
Il mondo è in fiamme: l’incendio potrebbe appiccarsi anche alla nostra casa, ma al di sopra di tutte le fiamme si erge la Croce che non può essere bruciata. La Croce è la via che dalla terra conduce al cielo. Chi l’abbraccia con fede, amore, speranza viene portato in alto, fino al seno della Trinità.
Il mondo è in fiamme: desideri spegnerle? Contempla la Croce: dal Cuore aperto sgorga il sangue del Redentore, sangue capace di spegnere anche le fiamme dell’inferno. Attraverso la fedele osservanza dei voti rendi il tuo cuore libero e aperto; allora si potranno riversare in esso i flutti dell’amore divino, sì da farlo traboccare e renderlo fecondo fino ai confini della terra.
Attraverso la potenza della Croce puoi essere presente su tutti i luoghi del dolore, dovunque ti porta la tua compassionevole carità, quella carità che attingi dal Cuore divino e che ti rende capace di spargere ovunque il suo preziosissimo sangue per lenire, salvare, redimere.
Gli occhi del Crocifisso ti fissano interrogandoti, interpellandoti. Vuoi stringere di nuovo con ogni serietà l’alleanza con Lui? Quale sarà la tua risposta? “Signore, dove andare? Tu solo hai parole di vita”.
Ave Crux, spes unica!
Cronologia
Beato transito
Come invocarla
Che cos’è una novena?
Dal Vangelo di Luca appare chiaro che la forza che animava gli apostoli era certamente lo Spirito Santo e ciò che dobbiamo considerare attentamente è come Egli sia sceso sopra di loro mentre erano riuniti insieme in una preghiera comunitaria seguendo l’insegnamento dato da Gesù “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. (Mt 18, 20)
Una Novena di preghiera e d’intercessione è dunque un’antica tradizione della Chiesa. Si ispira alla preghiera fatta con un cuore solo dagli apostoli, riuniti attorno a Maria nel Cenacolo, durante i nove giorni che separano l’Ascensione del Signore dalla discesa dello Spirito Santo il giorno di Pentecoste (At 2, 1-4).
Questa perseveranza nella preghiera fu suggerita anche da San Paolo “Pregate continuamente…” consigliava ai Tessalonicesi ben sapendo come una richiesta continua, e fiduciosa, sia il mezzo migliore per ottenere quanto desiderato. Si ricorda, a proposito, anche la parabola dell’amico importuno (Lc 11, 5-8) che, sorpreso dall’arrivo notturno di un amico, si rivolse ad un altro amico che si era già coricato richiedendo del pane; pane che gli venne concesso soltanto dopo una insistente preghiera.
Ogni Novena persegue un fine spirituale o materiale. Nessun aspetto della nostra vita è indifferente, e meno ancora straniero, al Padre Nostro che è nei Cieli. Egli ci accorda ogni grazia, ogni dono che favorisce la nostra crescita spirituale, a condizione che noi glielo chiediamo: “Chiedete e vi sarà dato” (Mt 7, 7; Gv 14, 13-14; Lc 11, 9-13).
Il nostro Padre celeste ama ricolmare i suoi figli di cose buone. Esaudisce le nostre preghiere a suo tempo, il che, naturalmente, non corrisponde sempre alle nostre attese. A modo suo non lascia alcuna preghiera inascoltata: anche se le risposte non sono le nostre, possiamo essere certi che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8, 28). Una novena produce buoni frutti quando è fatta con fervore e nel totale abbandono alla volontà di Dio.
La Novena per la festa di Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), compatrona d’Europa, ha inizio il 31 luglio essendo la sua memoria liturgica il 9 agosto, ma la preghiera può essere fatta anche in ogni periodo dell’anno.
NOVENA A SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE
Preghiera per ottenere grazie attraverso l’intercessione di Santa Teresa Benedetta della Croce
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre, Credo.
O Santa Teresa Benedetta della Croce, che facesti della tua sete di verità una preghiera continua, che coltivasti fin dalla giovinezza, intuendo che chi cerca la verità cerca Dio,
ottienici di essere dei ricercatori di questa verità in mezzo a tante falsità che ci circondano, di saperla scoprire ed abbracciare come l’abbracciasti tu.
Comprendesti che il cammino della fede ti avrebbe portato più lontano di quello della conoscenza filosofica, ti avrebbe portato a Colui che è tutto amore e misericordia,
ottienici di abbandonarci anche noi a questa certezza che nessuna conoscenza naturale può dare.
Succhiando il latte della fede del Popolo Eletto, restasti insoddisfatta per la sua incompletezza e navigando nel sapere filosofico riuscisti a non farti incantare da false dottrine, continuasti a cercare e ti incontrasti con la Croce di Cristo che fece in te crollare l’incredulità e riuscì a far impallidire anche l’ebraismo nel quale eri nata,
ottienici di pazientare anche noi nei dubbi e nelle perplessità senza smarrirci e fa’ che siamo illuminati anche noi dalla luce di Cristo che si sprigiona dal mistero della Croce.
Il Signore ti donò di rimanere folgorata dalla vita di Santa Teresa, che leggesti con avidità, scoprendo attraverso questo suo scritto la verità che cercavi,
ottienici di servirci anche noi di quei mezzi che possono riflettere la Luce per poi immergerci in essa come facesti tu.
Cercasti un angolo tranquillo in cui quotidianamente ti saresti potuta incontrare con Dio e lo trovasti nella vita del Carmelo,
aiutaci a mettere Dio nella nostra vita al primo posto, come se davvero non esistesse nient’altro, per considerare le forze con cui dobbiamo lavorare per il Signore lasciando che lui stesso se ne serva in noi.
La scienza della Croce ti fece comprendere il valore dell’espiazione della Croce di Cristo e non fu una conoscenza di carattere intellettuale, ma, come San Giovanni della Croce, accettasti il suo marchio autentico che si impresse nella tua vita,
facci comprendere l’orrenda gravità del peccato attraverso la passione e morte di Cristo e ottienici la gioia di poter anche noi collaborare all’espiazione di essi abbracciando volentieri con Cristo e con te la croce che il Signore si degnerà di donarci.
Finalizzasti la tua immolazione offrendoti vittima di espiazione per la vera pace,
ottienici di nutrire in noi sentimenti sempre più forti di pace e di saperci offrire per essa con generosità.
Rimanesti attaccata al tuo popolo e con esso e per esso partisti spedita verso il campo di sterminio,
insegnaci a condividere le sofferenze altrui e di saperci immolare per il bene dei fratelli vicini e lontani, desiderando per essi soprattutto la salvezza eterna.
Prendesti come modello la preghiera del Cristo durante la sua vita di uomo, la facesti tua e, come Gesù si preparò a salire sul Golgota con la preghiera sul monte degli Ulivi, ti preparasti con la tua vita di preghiera al Carmelo a salire il tuo Calvario,
ottienici di imparare a pregare sempre e soprattutto nei momenti più difficili della nostra vita.
Al Cuore divino del Salvatore facesti voto di approfittare di tutte le occasioni per fargli piacere. Partisti contenta di tutto, nonostante l’interruzione brusca della tua vita ordinaria e nell’attesa dell’estremo sacrificio ti prodigasti con dolcezza e premura nel campo della morte infondendo conforto e coraggio,
ottienici di saper anche noi approfittare di tutte le occasioni per far contento il Signore nella carità verso il prossimo.
Convinta che quanto possiamo fare è sempre poco in confronto a quanto ci viene dato, offristi quel poco che ti preparò a dare di più, assecondando la grazia senza resistere, quando ti fu indicata la via che scegliesti perché piaceva al Signore,
ottienici di saper far tesoro delle piccole occasioni per esser pronti a sacrificarci di più se sarà volontà di Dio.
La Parola di Dio t’illuminò e scopristi la tua vocazione paragonandoti alla regina Ester che era stata scelta tra il suo popolo proprio per intercedere davanti al re. Ti sentisti una Ester assai povera e impotente, ma confidasti nel Re infinitamente grande e misericordioso, che ti aveva eletta, e con coraggio affrontasti la morte,
fa’ che questo tuo esempio ci spinga a considerare la nostra missione in mezzo agli altri come una missione di salvezza voluta e sorretta da Colui che ci darà la forza necessaria.
Seguisti Cristo sul cammino pasquale della morte e risurrezione che Lui stesso ha scelto per te,
ottienici di apprezzare il dono della vita, dell’amore e della croce come tesori affidati a noi da Lui, per uscire dall’ombra e dallo smarrimento della morte.
Nella gravissima ora della tua vita, prima di entrare nella camera a gas, ripetesti quello che Gesù chiese al Padre e che ci è stato trasmesso in alcune brevi parole del Vangelo: “Se non può passare questo calice senza che io lo beva, sia fatta la tua Volontà”. Serena affrontasti l’ora della tua agonia guidata da questa Volontà,
ottienici di sapere anche noi far tesoro di quest’esempio sublime e, insieme a te, di poter chinare il capo negli ultimi momenti della nostra vita che, fin da adesso, vogliamo anche noi offrire al Padre insieme a quella di Gesù.
Accettasti con gioia la morte che Dio ti aveva destinato, in perfetta sottomissione alla sua volontà,
insegnaci a fare la volontà di Dio per imparare a conoscere lo spirito di Dio, la vita di Dio, l’amore di Dio.
Nascesti nel giorno dell’espiazione (Kippùr) e moristi con Cristo in espiazione per il tuo popolo (convinta che la misericordia di Dio non si ferma ai confini della Chiesa visibile) e per il mondo intero, che oggi esulta contemplando il tuo sepolcro vuoto come quello di Cristo, perché in Cristo già risorta a una vita di gloria,
ottienici di incontrarti quando Dio vorrà nella sua e tua gloria.
INVOCAZIONI A SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE (prese dalle sue stesse parole)
L'hanno incontrata
Compagni e compagne di Edith Stein
Alla stazione di Schifferstadt
Sezione Mariana
Mano nella mano con Maria
1. Maria e la vita religiosa
Nel progetto educativo della donna cristiana così come pensato da Edith Stein, la vocazione soprannaturale alla consacrazione religiosa occupa sempre un posto privilegiato. Ella ritiene che donarsi a Dio per amore, perdendosi in Cristo e per Cristo, sia particolarmente in sintonia con la struttura ontologica e psicologica femminile. Essere di Dio, donarsi a Lui e servirlo, è la vocazione non solo di alcuni eletti, ma anche di ogni cristiano, uomo o donna che sia. Di questa donazione totale, Maria è l’eccelso modello, dato che personifica in maniera perfetta questa donazione. Ella è perciò il simbolo più perfetto, il prototipo originale di ogni cristiano e della donna in particolare. Maria sta al centro della storia umana e ancor più al centro della storia femminile perché in Lei la maternità ha raggiunto la suprema esaltazione e, intesa anche come maternità corporea, anche il suo superamento.
Maria è l’organo e il simbolo più perfetto della Chiesa perché ha formato il Capo del corpo mistico, divenendo anche la nostra madre in senso reale ed eminente. Di Maria Edith Stein ha seguito il cammino speciale della Croce. Come lei è stata vicina al Crocifisso, sacrificandosi perché un’umanità migliore nascesse dal buio della barbarie. Fino all’ultimo istante della sua vita restò dell’idea che essa era al mondo per servire quella vita che le stavano togliendo. Come Maria stette ai piedi della Croce con Cristo e con Lui si offrì vittima ed olocausto. Nel campo di concentramento si aggirava fino all’ultimo in mezzo alle donne prigioniere consolando, aiutando, tranquillizzando, come un angelo. Si interessava dei poveri bambini, li lavava, li pettinava, andava a cercare per loro del cibo e prestava loro tutte le cure necessarie. La sua vita, fino all’immolazione fu, come per Maria, una vita di servizio al servizio della vita.
2. La scoperta di Maria
Tra le opere di Edith Stein non si trova uno specifico saggio di mariologia, ma alla Vergine santa Edith Stein dedicò molti pensieri e molte tenere poesie. Proprio negli anni delle innumerevoli ed inaudite tragedie che colpirono l’umanità, il suo fu tutto un palpito verso la luce, come una danza della vita e della liberazione nella tenebra della morte. Edith Stein è convinta che solo chi è nella pienezza della propria femminilità e la vive può accettare consapevolmente e senza difficoltà Maria. Lei stessa ha fatto di questo l’esperienza. Avendo faticato a sviluppare il proprio femminile, Edith Stein ha maturato anche lentamente il suo amore per la Vergine. La sua ricerca sullo specifico femminile, sull’ethos professionale e vocazionale femminile, da cui deriva il dono di “essere” donna in pienezza e “donna per”, la porta a scoprire le peculiari qualità di Maria che realizzò al massimo se stessa nella donazione totale. Scoprendo la donna, Edith Stein scopre Maria che ci ha generati alla vita della grazia, ha offerto tutto il suo essere, corpo ed anima, alla maternità divina. Per questo è tanto vicina alla donna e a tutti, e ci ama, ci aiuta a diventare quello che dobbiamo essere, ci conduce alla comunione con Cristo.
3. Mano con mano con Maria
Maria è per Edith Stein non soltanto un modello, ma è soprattutto Colei che “ci è accanto” con un contatto delicato, sentito, emozionante, pervaso di fremiti. Edith Stein descrive la vicinanza di Maria come un contatto di chiragogia, mano nella mano, un qualcosa di caldo e affettuoso che aiuta a realizzarsi in pienezza come persona. Edith Stein sente Maria vicina, ne avverte il respiro, si sente da Lei guidata come da uno spirito protettore. Maria, crede, è colei che ci conduce a Dio tenendoci per mano, basta che noi lo vogliamo, basta che ci abbandoniamo alla sua mano.
4. Maria cuore della Chiesa
Maria è il cuore della Chiesa, un cuore vergine che con il suo consapevole “fiat” collaborò al progetto salvifico di Dio.
Maria è la donna del silenzio, colei che fu inondata di Spirito mentre pregava da sola e nel silenzio diede alla luce il Figlio di Dio e pregò per la Chiesa nascente.
Maria è la Madre dolorosa che stette accanto alla croce di Cristo, soffrì e comprese il dolore del Figlio. Nelle sciagure, nell’abisso della malvagità umana, che tende sempre ad offuscare la Luce, Maria è vicina a noi, fino a quando non risorgerà l’alba della giustizia e l’ineffabile splendore di Dio non trionferà sul male.
Maria è la Madre del Risorto Signore della pace, ella è la via stessa della pace e le sue materne e tenere mani conducono i figli e le figlie alla pace.
5. Maria epifania dello Spirito
Inondata dallo Spirito, Maria è il genuino esemplare della donna, della femminilità. Sta, infatti, al fianco di Colui che è il prototipo di tutta l’umanità che ella a lui conduce. Maria aiuta ogni uomo e ogni donna alla sua realizzazione, nello Spirito.
Il legame dello Spirito con Maria e con noi è visto da Edith Stein come un legame profondissimo e insostituibile. Scrive nei suoi versi: “O dolce Spirito ti ho trovato: nel volto di Maria traspare tersa la luce della divinità che mi manifesti”.
La voce del magistero
Omelia di Giovanni Paolo II per la canonizzazione di Edith Stein
“Eminente figlia di Israele e fedele figlia della Chiesa”
1. “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo” (cfr Gal 6, 14). Le parole di San Paolo ai Galati ben si addicono all’esperienza umana e spirituale di Teresa Benedetta della Croce, che oggi solennemente viene iscritta nell’albo dei santi. Anche lei può ripetere con l’Apostolo: “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo”.
La croce di Cristo! Nella sua costante fioritura l’albero della Croce porta sempre rinnovati frutti di salvezza. Per questo, alla Croce guardano fiduciosi i credenti, traendo dal suo mistero di amore coraggio e vigore per camminare fedeli sulle orme di Cristo crocifisso e risorto. II messaggio della Croce è così entrato nel cuore di tanti uomini e di tante donne cambiandone l’esistenza.
Un esempio eloquente di questo straordinario rinnovamento interiore è la vicenda spirituale di Edith Stein. Una giovane donna in cerca della verità, grazie al lavorio silenzioso della grazia divina, è diventata una santa ed una martire: è Teresa Benedetta della Croce, che quest’oggi dal cielo ripete a tutti noi le parole che hanno segnato la sua esistenza: “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce di Gesù Cristo”.
2. Il primo maggio 1987, nel corso della mia visita pastorale in Germania, ho avuto la gioia di proclamare Beata, nella città di Colonia, questa generosa testimone della fede. Oggi, a undici anni di distanza, qui a Roma, in Piazza San Pietro, mi è dato di presentare solennemente come Santa davanti a tutto il mondo questa eminente figlia d’Israele e figlia fedele della Chiesa.
Come allora, così quest’oggi ci inchiniamo dinanzi alla memoria di Edith Stein, proclamando l’invitta testimonianza da lei resa durante la vita e soprattutto con la morte. Accanto a Teresa d’Avila ed a Teresa di Lisieux, quest’altra Teresa va a collocarsi fra lo stuolo di santi e sante che fanno onore all’Ordine carmelitano.
Carissimi Fratelli e Sorelle, che siete convenuti per questa solenne celebrazione, rendiamo gloria a Dio per l’opera da lui compiuta in Edith Stein.
3. Saluto i numerosi pellegrini venuti a Roma, con un particolare pensiero per i membri della famiglia Stein, che hanno voluto essere con noi per questa lieta circostanza. Un saluto cordiale va anche alla rappresentanza della Comunità carmelitana, la quale è diventata la “seconda famiglia” per Teresa Benedetta della Croce.
Rivolgo, poi, il mio benvenuto alla delegazione ufficiale della Repubblica Federale di Germania, guidata dal Cancelliere Federale uscente Helmut Kohl, che saluto con deferente cordialità. Saluto inoltre, i rappresentanti dei Länder Nordrhein-Westfalen e Rheinland-Pfalz, come anche il Primo Sindaco della Città di Colonia.
Anche dalla mia patria è venuta una delegazione ufficiale guidata dal Primo Ministro Jerzy Buzek. Rivolgo ad essa un cordiale saluto.
Una speciale menzione voglio poi riservare ai pellegrini delle diocesi di Breslavia (Wroclaw), di Colonia, Münster, Spira, Kraków e Bielskoywiec, presenti con i loro Vescovi e sacerdoti. Essi si uniscono alla numerosa schiera di fedeli venuti dalla Germania, dagli Stati Uniti d’America e dalla mia patria, la Polonia.
4. Cari Fratelli e Sorelle! PerchÉ ebrea, Edith Stein fu deportata insieme con la sorella Rosa e molti altri ebrei dei Paesi Bassi nel campo di concentramento di Auschwitz, ove insieme con loro trovò la morte nelle camere a gas. Di tutti facciamo oggi memoria con profondo rispetto. Pochi giorni prima della sua deportazione la religiosa, a chi le offriva di fare qualcosa per salvarle la vita, aveva risposto: “Non lo fate! Perché io dovrei essere esclusa? La giustizia non sta forse nel fatto che io non tragga vantaggio dal mio battesimo? Se non posso condividere la sorte dei miei fratelli e sorelle, la mia vita è in un certo senso distrutta”.
Nel celebrare d’ora in poi la memoria della nuova Santa, non potremo non ricordare di anno in anno anche la Shoah, quel piano efferato di eliminazione di un popolo, che costò la vita a milioni di fratelli e sorelle ebrei. Il Signore faccia brillare il suo volto su di loro e conceda loro la pace (Nm 6, 25 s.).
Per amore di Dio e dell’uomo ancora una volta io levo un grido accorato: mai più si ripeta una simile iniziativa criminale per nessun gruppo etnico, nessun popolo, nessuna razza, in nessun angolo della terra! È un grido che rivolgo a tutti gli uomini e le donne di buona volontà; a tutti coloro che credono all’eterno e giusto Iddio; a tutti coloro che si sentono uniti in Cristo, Verbo di Dio incarnato. Tutti dobbiamo trovarci in questo solidali: è in gioco la dignità umana. Esiste una sola famiglia umana. Questo ha ribadito la nuova Santa con grande insistenza: “Il nostro amore verso il prossimo – scriveva – è la misura del nostro amore a Dio. Per i cristiani – e non solo per loro – nessuno è “straniero”. L’amore di Cristo non conosce frontiere”.
5. Cari Fratelli e Sorelle! L’amore di Cristo fu il fuoco che incendiò la vita di Teresa Benedetta della Croce. Prima ancora di rendersene conto, essa ne fu completamente catturata. All’inizio il suo ideale fu la libertà. Per lungo tempo Edith Stein visse l’esperienza della ricerca. La sua mente non si stancò di investigare ed il suo cuore di sperare. Percorse il cammino arduo della filosofia con ardore appassionato ed alla fine fu premiata: conquistò la verità, anzi ne fu conquistata. Scoprì, infatti, che la verità aveva un nome: Gesù Cristo, e da quel momento il Verbo incarnato fu tutto per lei. Guardando da carmelitana a questo periodo della sua vita, scrisse ad una benedettina: “Chi cerca la verità consapevolmente o inconsapevolmente cerca Dio”.
Pur essendo stata educata nella religione ebraica dalla madre, Edith Stein a quattordici anni “si era consapevolmente e di proposito disabituata alla preghiera”. Voleva contare solo su se stessa, preoccupata di affermare la propria libertà nelle scelte della vita. Alla fine del lungo cammino le fu dato di giungere ad una constatazione sorprendente: solo chi si lega all’amore di Cristo diventa veramente libero.
L’esperienza di questa donna, che ha affrontato le sfide di un secolo travagliato come il nostro, diventa esemplare per noi: il mondo moderno ostenta la porta allettante del permissivismo, ignorando la porta stretta del discernimento e della rinuncia. Mi rivolgo specialmente a voi, giovani cristiani, in particolare ai numerosi ministranti convenuti in questi giorni a Roma: guardatevi dal concepire la vostra vita come una porta aperta a tutte le scelte! Ascoltate la voce del vostro cuore! Non restate alla superficie, ma andate al fondo delle cose! E quando sarà il momento, abbiate il coraggio di decidervi! II Signore attende che voi mettiate la vostra libertà nelle sue mani misericordiose.
6. Santa Teresa Benedetta della Croce giunse a capire che l’amore di Cristo e la libertà dell’uomo s’intrecciano, perché l’amore e la verità hanno un intrinseco rapporto. La ricerca della verità e la sua traduzione nell’amore non le apparvero in contrasto; essa, anzi, capì che si richiamavano a vicenda.
Nel nostro tempo la verità viene scambiata spesso con l’opinione della maggioranza. Inoltre è diffusa la convinzione che ci si debba servire della verità anche contro l’amore o viceversa. Ma la verità e l’amore hanno bisogno l’una dell’altro. Suor Teresa Benedetta ne è testimone. La “martire per amore”, che donò la sua vita per gli amici, non si fece superare da nessuno nell’amore. Allo stesso tempo ella cercò con tutta se stessa la verità, della quale scriveva: “Nessuna opera spirituale viene al mondo senza grandi travagli. Essa sfida sempre l’uomo intero”.
Suor Teresa Benedetta della Croce dice a noi tutti: Non accettate nulla come verità che sia privo d’amore. E non accettate nulla come amore che sia privo di verità! L’uno senza l’altra diventa una menzogna distruttiva.
7. La nuova Santa ci insegna, infine, che l’amore per Cristo passa attraverso il dolore. Chi ama davvero non si arresta di fronte alla prospettiva della sofferenza: accetta la comunione nel dolore con la persona amata.
Consapevole di ciò che comportava la sua origine ebraica, Edith Stein ebbe al riguardo parole eloquenti: “Sotto la croce ho compreso la sorte del popolo di Dio… Infatti, oggi conosco molto meglio ciò che significa essere la sposa del Signore nel segno della Croce. Ma poiché è un mistero, con la sola ragione non potrà mai essere compreso”.
Il mistero della Croce pian piano avvolse tutta la sua vita, fino a spingerla verso l’offerta suprema. Come sposa sulla Croce, suor Teresa Benedetta non scrisse soltanto pagine profonde sulla “scienza della croce”, ma fece fino in fondo il cammino alla scuola della Croce. Molti nostri contemporanei vorrebbero far tacere la Croce. Ma niente è più eloquente della Croce messa a tacere! Il vero messaggio del dolore è una lezione d’amore. L’amore rende fecondo il dolore e il dolore approfondisce l’amore.
Attraverso l’esperienza della Croce, Edith Stein potè aprirsi un varco verso un nuovo incontro col Dio d’Abramo, d’Isacco e di Giacobbe, Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Fede e croce le si rivelarono inseparabili. Maturata alla scuola della Croce, ella scoprì le radici alle quali era collegato l’albero della propria vita. Capì che era molto importante per lei “essere figlia del popolo eletto e di appartenere a Cristo non solo spiritualmente, ma anche per un legame di sangue”.
8. “Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità” (Gv 4, 24). Carissimi Fratelli e Sorelle, con queste parole il divino Maestro s’intrattenne con la Samaritana presso il pozzo di Giacobbe. Quanto egli donò alla sua occasionale ma attenta interlocutrice lo troviamo presente anche nella vita di Edith Stein, nella sua “salita al Monte Carmelo”.
La profondità del mistero divino le si rese percettibile nel silenzio della contemplazione. Man mano che, lungo la sua esistenza, essa maturava nella conoscenza di Dio, adorandolo in spirito e verità, sperimentava sempre più chiaramente la sua specifica vocazione a salire sulla Croce con Cristo, ad abbracciarla con serenità e fiducia, ad amarla seguendo le orme del suo diletto Sposo: Santa Teresa Benedetta della Croce ci viene additata oggi come modello a cui ispirarci e come protettrice a cui ricorrere.
Rendiamo grazie a Dio per questo dono. La nuova Santa sia per noi un esempio nel nostro impegno a servizio della libertà, nella nostra ricerca della verità. La sua testimonianza valga a rendere sempre più saldo il ponte della reciproca comprensione tra ebrei e cristiani.
Tu, Santa Teresa Benedetta della Croce, prega per noi! Amen.
[Testo dell’omelia pronunciata da Giovanni Paolo II, durante la canonizzazione di Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, svoltasi domenica 11 ottobre 1998 in Piazza S. Pietro].